In dolce attesa. Si dice così, vero?

Una danza lenta e libera.

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I tempi della gravidanza, i tempi del travaglio, del parto, dell’allattamento, del puerperio, del neonato, del mondo là fuori…

Quanti tipi e ritmi di vita attraversiamo dalla fatidica ultima mestruazione, percorrendo le prime settimane che spesso ci regalano spossatezza e sonno, per arrivare al secondo trimestre, solitamente il più solare, tranquillo, pacifico, per arrivare poi alle ultime settimane che invece sembrano non passare mai verso la “data presunta di parto”. 

La attendiamo come una scadenza, spesso i genitori ne parlano proprio così! Ops… manco fossimo yogurt che inacidiscono! Altroché dolcezza.


La percezione del tempo in gravidanza e con un neonato sfugge al consueto controllo delle giornate scandite dagli orari del lavoro, dal weekend, dal tempo libero sui quali esercitiamo un certo controllo. Programmare le giornate, le vacanze, i mesi di maternità/paternità, il rientro al lavoro… è così normale, vero?

Ne parlavamo proprio oggi durante l’incontro di accompagnamento alla nascita dedicato al dopo parto e ho focalizzato che esistono un “prima” e un “dopo” anche rispetto alla gestione e alla percezione del nostro tempo.

E quindi, arrendersi e riconoscere che non è più tutto nelle nostre mani e nelle nostre teste è una sensazione nuova, che si fa strada e ci fa indossare delle lenti diverse per guardare il mondo. 

Possiamo lottare contro questa sensazione, o fluire nell’incertezza, nell’elasticità.

Possiamo arrenderci e farci guidare da altre priorità, oppure dobbiamo sottostare a regole non facilmente modificabili.

Certo è che il cambiamento di noi stesse, dei nostri partner, della fruizione del tempo è davvero una gran bella scoperta. Sì, anche una grande opportunità. Un bel ribaltone.

Il tempo del passaggio da figlia a madre, da figlio a padre, da madre a nonna…

Il tempo delle nuove relazioni.

Rallentare, andare in profondità dentro di noi, scoprire nuove paure, risorse, possibilità, responsabilità, gioie e pensieri.

Le ore del travaglio a volte sembrano eterne, alcune fasi invece si susseguono inspiegabilmente in una dimensione parallela.

L’ipnosi del rimanere incantati a guardare il proprio bambino per un tempo indefinito o la sofferenza di non poterlo o volerlo vedere (esistono anche tempi diversi di innamoramento).

Le ore di alcune giornate difficili con un bimbo piccolo sembrano interminabili, allo stesso modo i mesi fuggono via velocemente e ci ritroviamo con sorpresa a festeggiare il primo compleanno.

Il tempo regalato, il tempo sospeso in una carezza, il tempo dell’attesa, il tempo nuovo nel sonno, nel movimento, nello sguardo, un accompagnamento dolce nel cambiamento del corpo, del riposo, del nutrirsi, del respiro.

Il “qui e ora” di cui godere o dal quale allontanarsi quando il carico diventa faticoso.

Le mamme soprattutto sanno bene cosa vuol dire stare nel presente! 

E tu, quali percezioni del tempo hai o hai avuto nella tua esperienza di genitore?

Ci sono differenze tra papà e mamma in questo?

Ti pesa la lentezza o ci stai bene dentro? Te la godi o la subisci?


Buon tempo lento, buona danza di avvicinamento al tuo cucciolo e al tuo essere Mamma o Papà, occhi negli occhi, pelle a pelle, nel tempo del corpo e delle emozioni.

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